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Strangius

Strangius: testimoni del nostro tempoIl coraggio di essere umani, Festival Letterario Internazionale della Letteratura Autobiografica,  inserito nel progetto terrAccogliente 2019 è alla seconda edizione e si terrà per quattro giorni, da giovedì 19 a domenica 22 settembre nel centro di Serramanna. Ospitato, in forma itinerante, nei cortili delle antiche case campidanesi di terra, nel Monte Granatico e nell’ExMa. Stràngius nasce dalla volontà del Comune di Serramanna, dell’Associazione Internazionale “Città della Terra Cruda”, della Biblioteca Gramsciana Onlus e Nur, di proseguire nel percorso di valorizzazione del serramannese Vico Mossa, eminente architetto e studioso della storia e delle specificità culturali sarde. Mossa si cimentò anche nella stesura di un romanzo autobiografico I cabilli (La Zattera, Cagliari,1965), sul rapporto tra individui e comunità a cui essi appartengono e i “diversi”, cioè tutti coloro che lo sono per provenienza geografica o per usi e costumi, strangius appunto.  Esordio giovedì sul tema “Pianeta Sardegna” alla 17.30 in casa Cadoni Arcais con un incontro coordinato da Maria Grazia Cossu, tra Annino Mele e Anthony Muroni. Il primo, mammoiadino, classe 1951, ex bandito con 31 anni di carcere alle spalle, dopo la libertà condizionale nel 2017 si occupa  di volontariato finalizzato al recupero dei tossicodipendenti e al miglioramento delle prospettive e delle condizioni di vita dei carcerati e presenterà la sua recentissima opera  autobiografica Il marchio del bandito. Voglio riprendere il mio posto nella vita (Alfa Editrice, Quartu Sant’Elena, 2019). Il secondo, nato a Perth nel 1972, è giornalista e scrittore, con una lunga carriera da corrispondente prima e direttore poi del quotidiano Unione Sarda e di conduzione di trasmissioni di approfondimento su Videolina. Seguirà sempre giovedì e a casa Cadoni Arcais alle 19.00, con il coordinamento di Federica Assorgia, il dialogo con il dorgalese Angelo Carta, classe 1946, autore di un indimenticabile Anzelinu (Einaudi, Torino, 1981, ristampato dall’Illisso nel 2003), storia di un pastore semi analfabeta, che diventa operaio alla Fiat e infine, dopo la laurea in matematica, docente nelle scuole superiori. Venerdì 20 alle 17.30, sul tema “Educare al diverso”, primo incontro in Casa Onnis Pacini, coordinato da Giuseppe Manias, con il meanese Gianni Andrea Deligia, classe 1949, che nel suo Nassara e la guerra dei poveri (Condaghes, Cagliari, 2017) racconta la sua  lunga esperienza di volontariato in Ciad dal 1975 al 1983. Alle 19.00, sempre in Casa Onnis Pacini, Debora Zucca dialoga con Pierluigi di Piazza, friulano, classe 1947. Di Piazza è un sacerdote impegnato nella diffusione della cultura della pace, della non violenza e della solidarietà e autore dell’opera autobiografica Non girarti dall’altra parte. Le sfide dell’accoglienza (Nuovadimensione, Pistoia, 2019). Sabato 21, alle 17.30 a Casa Serra, il tema sarà “Il coraggio di essere Umani” e il primo appuntamento della giornata è con Elia Minari, classe 1992, di Montecchio Emilia, autore di Guardare la mafia negli occhi (Rizzoli, Milano, 2017). Minari sin dai tempi del liceo realizza inchieste e documentari sulla criminalità mafiosa nel Nord Italia, affermandosi poi come uno dei più documentati e ascoltati giornalisti sull’argomento. Sempre a Casa Serra alle 19.00 Deborah Succa converserà con Egidia Beretta, madre di Vittoria Arrigoni, che nel libro del figlio Gaza. Restiamo umani  (Manifestolibri, Roma, 2011) e nel suo Il viaggio di Vittorio (Baldini Castoldi, Milano, 2014), racconterà la breve e tragica vita di suo figlio. Domenica 22 alle 11 nel Monte Granatico sul tema “Balcani”, Eric Gobetti, torinese, classe 1973, storico specializzato in Storia dell’Europa orientale con particolare riferimento ai Balcani, racconterà con il contrappunto di Luigi Manias un decennio di viaggi nella declinazione del turismo culturale in Nema problema (Miraggiedizioni,Torino, 2011), diario privato, intimo, carico di significative valenze politiche. Sempre domenica, ma a casa Puddu alle 18, il generale serbo Jovan Divjak, supportato da Eric Gobetti, ha narrato in Sarajevo, mon amour (Infinito edizioni, Formigine, 2015), la sua scelta di vita di combattere a fianco dei  bosniaci per difendere Sarajevo quando i serbi attaccarono la città, tuttavia schierandosi  a difesa dei diritti dei serbi rimasti, contro ogni tentativo di discriminazione nei loro confronti. Il programma è work in progress perché comprenderà  anche interventi nelle scuole, laboratori e mostre. L’organizzazione avverte che in caso di pioggia gli eventi programmati nei cortili delle case di terra cruda si svolgeranno all’ExMA. Contatti: strangiusfestival@comune.serramanna.ca.i Facebook: strangiusfestival. Instagram: strangiusfestival . Tweeter #strangiusfestival                  Luigi Manias

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